venerdì 8 maggio 2015

Il vecchio Shumpy aveva capito tutto!

Chi è Shumpy? Shumpy, pardon, Joseph Schumpeter è un economista austriaco noto per aver messo in stretta connessione i cambiamenti tecnologici con i cambiamenti industriali. In pratica, attorno alla fine degli anni "30 del secolo scorso, aveva teorizzato che i cicli economici fossero il risultato dei cambiamenti innovativi. Inoltre, riteneva che prodotti o servizi rivoluzionari fossero gli elementi ispiratori della crescita nel medio lungo periodo, ma nel breve distruggevano le istituzioni e le organizzazioni esistenti. Tutto ciò era quello che lui chiamava la "creatività distruttiva". Molto interessante, e a noi che ce ne ......? Non siate scortesi! Questa breve introduzione serve a presentare il macro-economista Shumpeter, ma a noi interessa il suo risvolto aziendale, così attuale da indurci a rinominare l'autore con un più friendly Shumpy. Shumpy ha diviso in tre fasi il processo di cambiamento tecnologico:

  1. Invenzione
    Fase nella quale vengono concepite le nuove idee.
  2. Innovazione
    Fase nella quale le nuove idee si sviluppano e diventano beni o servizi vendibili.
  3. Diffusione
    Fase nella quale i nuovi prodotti o processi si diffondono sul mercato potenziale.
Shumpy aveva perfettamente compreso che l'innovazione non è un fenomeno di prodotto, ma investe l'intera cultura della produzione. Facciamoci qualche domanda pratica: il navigatore satellitare in auto è stata una novità o un'innovazione? Un nuovo prodotto, in quanto nuovo, è sempre innovativo? Un'innovazione è sempre identificabile con un nuovo prodotto? La (nuova) tecnologia è sempre innovativa? Le domande potrebbero essere mille, ma a noi interessa solo una cosa: in azienda tutto questo cosa significa? Significa che tutto ciò che abitualmente identifichiamo con la parola "innovazione" è molto più di un'idea. Il successo di un nuovo sistema produttivo, con un alto tasso di innovazione tecnologica, deve necessariamente coprire l'intero processo di Shumpy (Invenzione, Innovazione e Distribuzione).
La penetrazione del mercato e il successo commerciale devono essere il naturale risultato di questo processo. Se l'utilizzo di satelliti per la geo-localizzazione non avesse avuto riscontri economici non ci sarebbe stato lo sviluppo industriale del settore, con il conseguentemente sviluppo di innovativi processi produttivi. L'innovazione in campo economico è efficace se diventa un fenomeno culturale che cambia il modo di pensare ed agire. Questo spiega perché in alcune aziende il cambiamento fallisce: perché non c'è un contemporaneo processo di Invenzione, Innovazione e Distribuzione di una nuova cultura. Una "cosa" nuova non cambia i riferimenti culturali produttivi ed organizzativi, una "cosa" innovativa sì. Shumpy aveva compreso che l'introduzione di nuovi prodotti richiede l'innovazione dei processi, che, a sua volta, richiede l'innovazione dei metodi e delle pratiche manageriali. In questo senso l'impostazione di Shumpy è ancora attualissima. La sua "creatività distruttiva", oltre che interessare le istituzioni e le infrastrutture sociali, ha un primo e fondamentale impatto sull'organizzazione aziendale. In realtà, Shumpy si concentrò sullo studio dei cicli del business più che sull'innovazione organizzativa in se stessa. Ma la lezione vale comunque. Dammi il cinque (anzi il tre), Shumpy! 

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