Di Giuseppe Andò
Innanzitutto, cos'è la Latrodectus Mactans? Come si potrebbe
evincere dall'immagine, è un ragno. Sì, ma non un ragno qualsiasi: è la
famigerata vedova nera. Immagino che tutti sappiate cosa combina questa signora
ai maschietti della sua specie: dopo l’accoppiamento, spesso e volentieri, si
mangia il partner come ringraziamento per la bella serata. Verrebbe da
domandarsi perché i maschietti di questa specie si ostinino ad assolvere al
loro compito, pur sapendo che la sorte che li aspetta è segnata ed è la
peggiore possibile. La risposta è che il loro ruolo è imprescindibile e che per
questo ruolo sono disposti a sacrificare la loro stessa vita. Tutto molto
interessante, ma la consulenza di direzione che c’entra? C’entra eccome. Il
maschio della vedova nera dedica tutto se stesso per una causa che, se l’esito
è il successo (leggi l’accoppiamento), la sua ragione d’essere finisce. Non è forse
lo stesso per il consulente di direzione? Quando si può dire di aver terminato
il proprio compito all'interno di un’azienda? Quando il top management non ha
più motivo di chiedere il supporto del consulente. Ecco il paradosso: più il
consulente è bravo più distrugge le basi per il suo lavoro futuro. La vedova
nera è il cliente. Quindi, il mio consiglio per le vedove nere, excusez-moi, per i clienti è il
seguente: controllate sempre che il progetto che vi viene sottoposto abbia un
orizzonte temporale certo (per quanto possibile) e obiettivi definiti e
misurabili, altrimenti non diventerete mai “vedove nere”, ma vittime di qualche
“parassita”. Di seguito trovate la piramide gerarchica degli obiettivi della
consulenza di direzione, usatela per tessere la vostra ragnatela e “catturare”
solo prede disposte a lavorare così bene da auto-eliminarsi.
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